martedì, settembre 15, 2009

Dopo lo sgombero brucia i ricordi di famiglia a piazza della Repubblica


Babul é uno sfollato di via Salaria e chiede una sistemazione dignitosa. Con lui le associazioni anti razziste che protestano anche contro la sanatoria in corso e il rifiuto del Comune di autorizzare la preghiera musulmana


Un bangladese questa mattina, a piazza della Repubblica ha dato fuoco a gli ultimi ricordi che gli rimanevano della sua famiglia. Si tratta di Babul, l’uomo che nel rogo di via Buonarroti del gennaio 2007 ha perso la moglie, Mary Begun e il figlio di 11 anni, Hasib. Questo è il suo modo di dire no agli sgomberi come quello del Regina Elena e di via Salaria che nelle ultime settimane stanno interessando la Capitale. Il gesto simbolico ha anche l’obiettivo di fare sentire la sua voce all’amministrazione capitolina affinché gli trovi finalmente una sistemazione dignitosa.

In piazza per sostenere l’iniziativa di Babul c’erano le associazioni anti razziste. Bachcu, presidente dell’associazione Dhuumcatu, spiega: “Sono passati quasi tre anni dalla tragedia che ha colpito la famiglia di Babul e il Comune di Roma non gli ha ancora trovato un alloggio”. “Babul – continua Bachcu – ha un figlio che studia ed ha bisogno di un buco dove vivere insieme a lui. E’ disposto anche a pagare”.

Il bangladese, autore della protesta, alloggiava presso lo stabile di via Salaria 971, ma in seguito allo sgombero avvenuto lo scorso 9 settembre è nuovamente senza casa. Le associazioni vogliono dal sindaco Alemanno risposte concrete per risolvere il problema dell’emergenza abitativa a Roma. “Alemanno vuole risolvere la questione sgomberando?”, si domanda Edgar Galiano, segretario generale del comitato immigrati d’Italia. “Che senso ha sfrattare gli occupanti da via Salaria se la struttura sarà utilizzata per combattere l’emergenza abitativa? Vogliamo sapere chi gestirà le graduatorie per l’accesso agli alloggi. Sarà il Comune o c’è già qualche accordo con la Chiesa?”, continua Galiano. Infine, conclude il segretario: “ La situazione che stanno vivendo gli sgomberati in questo momento non può durare a lungo. Da oggi contiamo i minuti”.

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Maria Carola Catalano

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