giovedì, giugno 25, 2009

XXII edizione dell'Assemblea annuale di Confcommercio

Il Premier assente a causa di un torcicollo. Il presidente Sangalli chiede al Governo: “fisco giusto e meno tasse per arginare la crisi produttiva”


ROMA – “Per arginare la crisi produttiva e ripartire sulla base di studi di settore, revisionati in considerazione dell'impatto della crisi, servono un fisco giusto e meno tasse”. A pronunciare queste parole è Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, durante la 22esima Assemblea annuale svoltasi questa mattina presso l’Auditorium Conciliazione, a Roma. “Le nostre piccole e medie imprese - aggiunge Sangalli - non demordono ma chiedono di non essere lasciate sole. Basta quindi col credito a due velocità e occorre varare misure come il premio di occupazione per le imprese che rinuncino a procedere a licenziamenti o a far ricorso alla cassa integrazione”. Sono sostanzialmente queste le richieste che Confcommercio fa al Governo per aiutare le imprese italiane a ripartire.

A parlare, in nome del Governo è il ministro dell’Economica, Giulio Tremonti. Doveva essere presente ed intervenire anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che però a dato forfait all’ultimo minuto a causa di un forte torcicollo. Tremonti ha fatto il punto sulla crisi sottolineando che essa “é venuta da fuori e ha colpito il nostro Paese più di altri in un settore, quello dell'export, in cui eravamo molto forti”. Il ministro ha poi analizzato gli elementi di forza e solidità grazie ai quali il Belpaese può affrontare la crisi: gli 8mila comuni, gli 8,5 milioni di partite iva, il grande risparmio privato, l'Inps e la famiglia.

Sull'azione del Governo per contrastare la crisi Tremonti ha precisato che l'Esecutivo “ha messo nella maggiore sicurezza possibile il debito pubblico, ha fatto tutto il possibile per la pace e la coesione sociale garantendo le pensioni, gli stipendi, la sanità, la sicurezza, la scuola e l'assistenza ai più deboli, ha tenuto aperto il vitale canale di finanziamento alle imprese, a partire dalle piccole e medie”. Per migliorare ulteriormente la situazione, per il ministro serve un “rapporto più equilibrato con il fisco” che superi il modello centralizzato attuale con il coinvolgimento delle amministrazioni locali, anche in funzione della lotta all'evasione fiscale.

Infine, il ministro dell’Economia, rivolgendosi agli istituti di credito conclude: “Con le banche è partita ancora aperta da parte delle imprese, delle famiglie ma anche da parte del governo. Se vuoi prendere un applauso ad un dibattito politico comincia a parlare delle banche. Se questo fatto è così diffuso, è così generale, vuol dire che qualcosa non va”.


Pubblicato su: Corriere di Roma

Maria Carola Catalano

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