Non convince la generalità della norma
ROMA - Il Consiglio Superiore della Magistratura ha detto no all’introduzione delle ronde dei cittadini, prevista dal decreto legge sulla sicurezza, varato dal governo lo scorso febbraio. La notizia è contenuta in un parere messo a punto dalla Sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli. Adesso il parere è passato al vaglio del plenum. Quello che non ha convinto, spiegano dal Csm: «è soprattutto la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge che può determinare il rischio del determinarsi di incidenti, e nei casi più gravi della commissione di reati». «Questo – prosegue la Commissione - potrebbe portare a un aggravio sia per le forze dell’ordine (che sarebbero distolte dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio) sia per l’esercizio delle funzione giurisdizionale da parte della magistratura».
Inopportuna anche la scelta di derogare al principio che assegna all’autorità pubblica l’esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza.
Il decreto sicurezza prevede anche di estendere a sei mesi il termine massimo per trattenere gli stranieri irregolari nei Centri di identificazioni e di espulsione. Anche questo provvedimento non ottiene l’approvazione dell’organo di governo autonomo della magistratura poiché violerebbe la direttiva comunitaria.
Il Consiglio Superiore della Magistratura del decreto sicurezza condivide, invece, la scelta di ammettere l’incidente probatorio nei casi di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, anche se i requisiti previsti siano assenti, ma esprime delle perplessità sul carcere obbligatorio per i responsabili di violenza sessuale. Giudicato positivamente anche il patrocinio gratuito per tutte le vittime e l’introduzione del reato di stalking.
Maria Carola Catalano


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