venerdì, luglio 09, 2010

Informare contro il bavaglio: ecco cosa cambierà con la nuova legge

Tutto quello che c'è da sapere sulla cosiddetta "legge bavaglio" che, se passasse, limiterebbe la libertà d'informazione. Saviano: "Ci viene raccontato che questa legge difenderà la privacy, ma non è così. L'unico scopo è impedirci di raccontare i malaffari del potere"

Oggi, venerdì 9 luglio 2010, i giornalisti scioperano per dire no alla legge sulle intercettazioni, meglio conosciuta come legge bavaglio. RomaToday, quotidiano on line del network citynews (www.citynews.it) pur non aderendo all'agitazione, esprime tutta la propria preoccupazione per una legge che rischia di limitare la libertà d'informazione. Nella giornata senza carta stampata (i giornalisti hanno scioperato ieri), e del silenzio di quelli radiotelevisivi, abbiamo scelto, nel nostro piccolo, di provare a raccontarvi cosa potrebbe cambiare, qualora questa legge passasse anche alla Camera.

LA LEGGE PUNTO PER PUNTO - La nuova legge sulle intercettazioni cambia drasticamente la vecchia. In primo luogo cambia nella sostanza l'oggetto della pubblicazione e cambiano le sanzioni per chi non rispetta i limiti stabiliti dal testo. Si potranno infatti pubblicare soltanto sotto forma di riassunto gli atti di un processo non più segreti e non si potranno più pubblicare i testi delle intercettazioni fino al termine delle indagini preliminari. Questo significa che non avremmo potuto ascoltare, per esempio, la telefonata tra i due imprenditori Francesco Maria Piscicelli e suo cognato Pierfrancesco Gagliardi, avvenuta il sei aprile 2009 poche ore dopo il terremoto che ha distrutto L'Aquila, durante la quale i due ridevano di quanto accaduto. Il testo vieta la pubblicazione di tutto quello che riguarda "fatti e persone" estranee alle indagini. E' vietata anche la pubblicazione degli atti e delle intercettazioni destinate ad essere distrutte e chi violerà la norma sarà punito con un mese di carcere e la multa fino a 10mila euro. Rispetto alla prima versione della legge cala il carcere, da due mesi a uno, calano le multe (da 20mila euro a 10mila per gli ascolti, da 10 a 5mila per gli atti), ma resta invariata la multa per gli editori (fino a 465mila euro). E' previsto, inoltre, il carcere fino a tre anni per chi pubblica intercettazioni destinate a essere distrutte. Oltre all'indagine penale, si potrà incorrere nella sospensione cautelare fino a tre mesi. Se si tratta di impiegati dello Stato si tratterà di una sospensione dal servizio, se si tratta di giornalisti la sospensione sarà dalla professione.

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