
ROMA – Chris Anderson, direttore della rivista Wired (ila più noto magazine che tratta di tecnologia made in USA), giovedì 5 febbraio, è stato ospite dell’evento Orienta organizzato da Enel, presso l’Auditorium di Viale Regina Margherita a Roma. Si è parlato del futuro dell’energia e del ruolo che questa avrà nel risolvere la crisi economica. Ad intervistare l’autore della Long Tail, un grande del giornalismo italiano, Antonio Caprarica, direttore di RadioUno e Giornali RadioRai. Dal dibattito è emerso un Anderson positivo ed ottimista. Secondo Anderson, infatti, anche se il momento che gli Stati Uniti e l’Europa stanno vivendo non è dei migliori, non bisogna essere pessimisti. “Le crisi - spiega Anderson - sono cicliche ed hanno il pregio di farci capire che c’è qualcosa di sbagliato nella nostra capacità di calcolare il rischio e di insegnarci, di conseguenza, a calcolarlo meglio”. “Tra dieci anni - continua il direttore di Wired - avremo nuovamente un’economia robusta”.
Affinché la crisi finisca, aggiunge Anderson: “C’è bisogno dell’intervento dello Stato poiché le code lunghe falliscono quando fallisce il mercato e, a quel punto, la testa deve avere il sopravvento con un intervento dall’alto”. “Io ho piena fiducia nell’amministrazione Obama. Il neopresidente degli Stati Uniti d’America sa che le energie rinnovabili possono svolgere un ruolo importante per contribuire a risolvere la crisi poiché creano benefici a lungo termine e nuovi posti di lavoro”, afferma Anderson.
L’autore della Long Tail, inoltre, si dichiara a favore dell’energia nucleare perché non produce sostanze nocive. “Per quanto riguarda lo smaltimento del rifiuto radioattivo, che al momento, è la cosa più preoccupante, presto si troverà un modo per riciclarlo”, spiega Anderson.
Tornando ad Obama, avrà successo anche perchè punta molto sullo “sviluppo della tecnologia - afferma il direttore di Wired - come volano dell’occupazione. Unendo tecnologia, filosofia ed economia riusciremo a creare un apparato industriale mai visto prima”. “C’è ancora posto per una rivoluzione tecnologica reale?”, chiede Caprarica. “Assolutamente sì. La scienza è l’unica novità”, risponde Anderson.
L’autore della teoria economica della Coda Lunga, sembra invece preoccupato a causa delle istanze protezioniste che si stanno verificando nel Vecchio Continente. “Il crogiolo delle nazionalità è importante per lo sviluppo di una nazione - dice Anderson – e questo Obama lo sa”. “In Europa, invece – conclude Anderson – non vedo l’apertura che vedo in America”.
Maria Carola Catalano
Pubblicato su: Corriere di Roma


1 commento:
brava bell'articolo...
INterventi dello Stato....proprio come con il New Deal americano del 1929...solo che stavolta non c'è Keynes!
http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_depressione
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