
Le dimissioni: un comunicato online
L’AVANA – Il leader cubano Fidel Castro ha rinunciato ufficialmente alla presidenza dopo 49 anni di esercizio del potere. E’ dalla rivoluzione del gennaio 1959 infatti che Castro è il numero uno a Cuba. L’annuncio è stato dato ieri, attraverso le pagine del sito internet del quotidiano Gramna, con queste parole: “Comunico ai miei compatrioti, che in questi giorni mi hanno fatto un grande onore eleggendomi a membro del Parlamento, che io non aspirerò né accetterò - ripeto - non aspirerò né accetterò la carica di presidente del Consiglio di Stato e di comandante in capo”.
In realtà già 19 mesi fa Fidel, a causa della sua malattia, aveva rinunciato provvisoriamente alla carica di presidente nominando vicepresidente il fratello Raul. Soltanto da poche ore però la sua decisione è diventata definitiva.
Tre giorni fa l’ex leader, in un articolo pubblicato sulla stampa locale, aveva velatamente dato una piccola anticipazione dichiarando: “Nella mia prossima riflessione affronterò un argomento di grande interesse per molti compatrioti, ma non voglio per ora anticiparne nulla”.
Da parecchio tempo ormai Castro si esprime dalle colonne della stampa ufficiale, fornendo il suo punto di vista su diversi argomenti internazionali e sembra proprio che continuerà a farlo. Nella parte conclusiva della lettera infatti Fidel promette che non si ritirerà a vita privata e che continuerà a combattere con le parole. “Continuerò a scrivere sotto il titolo Riflessioni del compagno Fidel. Sarà un’arma su cui poter contare: la mia voce forse verrà ascoltata, sarò prudente”.
Adesso non ci resta che attendere la riunione del Parlamento cubano, prevista per il 24 febbraio, che designerà i membri del Consiglio di Stato dell’isola, il suo presidente e il suo vice. Nel frattempo sono giunti i primi commenti sull’accaduto. “Ora cominci la transizione democratica - ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, paese storicamente nemico - che dovrebbe condurre a elezioni libere e democratiche, e sottolineo libere e democratiche, non a quel tipo di elezioni che i fratelli Castro hanno cercato di rifilarci come vera democrazia”.
Il numero due del Dipartimento di Stato di Washington, John Negroponte, ha sottolineato che in un futuro prossimo gli Stati Uniti non intendono revocare l’embargo nei confronti di Cuba.
Più propensa a voltare pagina sembra invece l’ Unione Europea che ha annunciato di essere pronta a riallacciare i contatti diplomatici col governo dell’isola, dopo che le relazioni con Cuba sono state congelate nel 2003, a causa dell’arresto di 73 dissidenti.
Maria Carola Catalano
Pubblicato su: corriere di roma


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