A 50 anni dall’unione economica, si continua a rincorerre un’identità comune
Tutto ha inizio a Parigi il 18 aprile del 1951. Con la firma del Trattato istitutivo della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA), i paesi europei cominciano ad unirsi sul piano economico e politico allo scopo di mettere fine alla minaccia delle guerre. I sei membri fondatori sono il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi, Stati sovrani che per la prima volta rinunciano alla propria indipendenza e lavorano insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune: una pace duratura. La nascita dell’Unione Europea viene però fatta risalire al 1957, anno in cui viene firmato il trattato di Roma istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE). Il 1° gennaio 1973 si ha il primo all’allargamento dell’UE con l’adesione di Danimarca, Irlanda e Regno Unito. Nel 1981 la Grecia diventa il decimo Stato membro dell’UE, mentre il Portogallo e la Spagna aderiranno nel 1986. Il 9 novembre 1989 crolla il muro di Berlino e, per la prima volta dopo 28 anni, si aprono le frontiere tra Germania Est e Germania Ovest, che saranno presto riunificate in un solo Paese. Il crollo del comunismo nell’Europa centrale ed orientale porta nel 1993 al completamento del mercato unico con l’introduzione delle quattro libertà di circolazione di beni, servizi, persone e capitali. Gli anni Novanta sono, inoltre, il decennio che vede la firma di due importanti trattati: quello di Maastricht (1993) che sancisce l’impegno a dar vita alla moneta unica, stabilendo dei parametri vincolanti per entrare nell'UEM e quello di Amsterdam (1999) con gli obiettivi di rafforzare a livello mondiale l'identità e l'indipendenza dell'Europa e di sviluppare una strategia mirante a favorire l'occupazione e tutelare i diritti dei cittadini europei. Nel 1995 aderiscono all’UE altri tre nuovi Stati: Austria, Finlandia e Svezia. Il 1° gennaio 2002 l’euro entra in circolazione in dodici Stati membri, con l'esclusione di Gran Bretagna e Danimarca che manterranno indefinitamente le proprie valute nazionali. Il cambio di moneta per l’Italia è inizialmente traumatico. Oggi l’effetto change over è ormai alla fine e l’euro si sta rivelando una moneta sempre più affidabile e stabile. Per la prima volta nella Storia il 2007 sancirà il sorpasso del reddito europeo su quello americano. Sono soltanto previsioni e l’economia europea è ancora lontana da quella di giganti quali l’Asia e gli Stati Uniti. L’Europa, infatti, cresce lentamente perchè lavora meno, è più vecchia ed è in ritardo nell’utilizzazione delle nuove tecnologie. Aumentare l’occupazione femminile, quella degli over 50 e fare più ricerca: raggiungere questi obiettivi e presentarsi in maniera unita sul mercato faranno mantenere al Vecchio Continente la sua storica rilevanza mondiale. Ma l’Unione Europea ha un problema ben più urgente: i 27 Paesi che la compongono (nel 2004 hanno aderito altri 10 Stati e nel 2007 Bulgaria e Romania) necessitano di una Costituzione unica europea. Se non dovesse raggiungersi un accordo, come è già successo a causa del no di Francia e Olanda, le cose potrebbero complicarsi in modo serio e il rischio di una scissione interna non sarebbe poi così lontano.
Maria Carola Catalano


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