Fabrizio Gatti con l’articolo “Io schiavo in Puglia” è il vincitore del Premio giornalistico europeo 2006 “Sì alle diversità, no alle discriminazioni”.
Nel settembre dello scorso anno ha pubblicato su L’Espresso la sua “settimana da infiltrato tra gli schiavi, un viaggio al di là di ogni disumana previsione. Ma non ci sono alternative per guardare da vicino l'orrore che gli immigrati devono sopportare”.
Fabrizio Gatti ha svelato a tutti con il suo articolo la miseria umana a cui sono costretti i lavoratori stagionali illegali nei campi di pomodoro della provincia di Foggia. Ha condotto l’indagine dura rischiando in prima persona. “Sono almeno cinquemila. Forse settemila. Nessuno ha mai fatto un censimento preciso. Tutti stranieri. Tutti sfruttati in nero – rivela il giornalista – Rumeni con e senza permesso di soggiorno. Bulgari. Polacchi. E africani. Da Nigeria, Niger, Mali, Burkina Faso, Uganda, Senegal, Sudan, Eritrea. Alcuni sono sbarcati da pochi giorni. Sono partiti dalla Libia e sono venuti qui perché sapevano che qui d'estate si trova lavoro”. Vengono alloggiati in tuguri, senza bagni, acqua o luce elettrica, per una paga non sempre sicura di quindici o venti euro al giorno e chi prova a protestare viene messo a tacere a colpi di spranga. L’aver portato alla luce “la difficile situazione dei cittadini europei di seconda classe che si trovano a subire gravi discriminazioni a causa della loro origine etnica”, la motivazione ufficiale per la quale Fabrizio Gatti si è aggiudicato il premio.


Nessun commento:
Posta un commento